UFFICIO CATECHISTICO - DIOCESI DI MANTOVA

Focus sul sacramento della riconciliazione

 
 


Il percorso che viene proposto vuole aiutare a vivere la confessione come uno spazio di approfondimento della relazione con il Signore. Per chi si avvicina alla prima confessione sarà un’esperienza nuova, potrebbe non essere immediato cogliere il “peso” del peccato in una relazione che si sta di fatto appena costruendo. Sappiamo anche quanto, per spiegare questa situazione, sia facile affidarsi ad espressioni che possono fare riferimento alla morale, restituendo un’immagine di Dio giudice ed esattore. Per questo la confessione viene scandita da tre atteggiamenti: «confessio laudis», «confessio vitae», «confessio fìdei». - Come spiegava Carlo Maria Martini - :


Confessio laudis. Occorre iniziare la confessione con un atto di ringraziamento, rispondendo alla domanda: di che cosa devo ringraziare Dio principalmente in questo tempo?

Confessio vitae. Si tratta di rispondere alle domande: «Che cosa in me vorrei che non fosse stato davanti a Dio? Che cosa mi pesa maggiormente in questo momento?». La risposta va estesa dalle mancanze agli atteggiamenti interiori da cui le mancanze derivano: antipatie, risentimenti, sospetti, delusioni, amarezze; cose tutte che forse non costituiscono un peccato vero e proprio ma sono la radice ordinaria dei peccati. Messe con umiltà davanti a Dio e alla Chiesa, ci danno la possibilità di lasciarci medicare dalla grazia.

Confessio fidei. È la certezza che Dio, nel suo amore, mi accoglie e mi risana. L’atto di dolore diventa allora una manifestazione di fede.


Questi atteggiamenti ripresi dal percorso del figliol prodigo ci: -confessio laudis- ricordando il dono dell’essere Figli di Dio, la bellezza e la gioia offerta dal battesimo; -confessio vitae- scoprendo che nella vita di figli ci sono gesti che non vanno trascurati, è importante in una relazione anche riconoscere dove ci si impegna e dove non si tiene conto dell’altro; -confessio fidei- vivere un sentimento di gratitudine per la grande misericordia del Padre.


Le parole di Papa Francesco (Clicca per leggere) che ben descrivono la cura della relazione: permesso, scusa e grazie, sembrano aiutarci a tracciare il nostro cammino/focus sul sacramento della riconciliazione.

Tre parole chiave: chiediamo “permesso” (Clicca per approfondire) per non essere invadenti; diciamo “grazie” (Clicca per approfondire) per l’amore, e l’ultima, “scusa” (Clicca per approfondire): tutti sbagliamo e a volte qualcuno si offende ma il mio consiglio è non finire la giornata senza fare la pace, la pace si rifà ogni giorno in famiglia, e chiedendo scusa si ricomincia di nuovo.

Su questi tre parole sono sviluppati tre momenti di riflessione, che possono essere usati singolarmente, che possono essere utilizzati come un momento di ritiro o celebrativo. “Permesso” ci farà riscoprire la bellezza del sentirsi figli, e la gioia del battesimo; “scusa” ci farà scoprire quanto è importante riconoscere ciò che ci fa male; grazie invece ci aiuterà a gustare la misericordia, quanto è grande e quanto è bello rimanere uniti con Lui.


GESTO: Possiamo accompagnare il percorso con una attività originale, che è possibile riproporre anche all’interno della celebrazione penitenziale, con i giusti adattamenti. Ogni ragazzo potrà prendere una o più pietre scrivendo sulla pietra una parola che possa esprimere un peso, qualcosa che nella relazione diventa faticoso, facendo riferimento al gruppo può essere qualcosa che il gruppo vive come momento pesante. Una volta realizzato si mettono tutti all’interno di un sacchetto. In questo sacchetto vengono inserite delle pietre (non più di tre) di colore oro, e porteranno una cosa bella ed importante che sostengono in gruppo (es. amicizia). Nei diversi momenti di gruppo possono essere inseriti anche altri sassi, anche di dimensione diversa. In un momento di gruppo il sacchetto viene portato con sé (oppure qualcuno lo custodisce per tutti, a turno). Nell’ultimo incontro prima della confessione, o nella stessa celebrazione della confessione, si potrà aprire il sacchetto e scoprire come i sassi “pesanti” si siano colorati d’oro, pure essendo questi molto pochi.


CONCLUSIONE: l’amore e la misericordia di Dio sono così grandi che anche se ci sembra siano piccoli come un sassolino di luce nel nostro sacchetto di pesi in realtà entra in contatto con ciascuno dei nostri pesi e ci libera, pian piano. A volte infatti non tutto è colorato d’oro, ugualmente quell’oro che ha contagiato ci farà brillare.


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